Ti racconto una storia: non preoccuparti, non sarà la solita del ragazzo un po' malatino e malmesso che con una qualche tecnica olistica ha superato tutto. Non è una storia di rivincita, di battaglia contro il dolore. Ma una più intima, sottile.

Qualche anno fa ero nel tempo delle decisioni; università terminata, voglia di viaggiare ed esplorare, un po' di insicurezza verso il futuro. Insomma, ciò che tutti, in qualche modo, passano e ripassano. Eppure esperienze, esperimenti, emozioni, non andavano a toccare, in fondo, ciò che Sentivo, ciò che Ero (e Sono). Tanti lavori, tanti incontri, un invito: perché non sperimentare le mie Mani in un ambiente che avevo toccato solo attraverso gli studi universitari e che implicitamente già possedevo, laggiù in profondità, nel Corpo?

Con la mia mente e mentalità curiosa, pensavo di poter controllare anche questa esperienza, e ridurla laddove mi era più congeniale: un gioco, una formula, un setting di laboratorio che tanto divertiva il ragazzino di un tempo. Eppure, il tempo passava, la formazione proseguiva, e io mi ritrovavo, mio malgrado sempre più Diverso - oppure finalmente Simile a chi Sono, più scoperto, più vulnerabile, più vivo nelle carni.  Realizzavo, non razionalmente, di quanto superficialmente avessi abitato il Corpo; o, forse, di come avessi dimenticato a farlo. Le tecniche pian piano sparivano, la pratica diveniva la Vita, e io scoprivo parti nascoste, implicite, mai viste o solo travisate - nella luce e, soprattutto, nell'ombra. Questo la mia pratica, non un percorso di formazione, ma una ricerca costante, una sperimentazione intima, uno stupore costante. Sono andato incontro a chi Sono, senza sforzo - ma non senza dolore e "ups-and-downs". E ho scoperto una Qualità, nel dialogo interno, esterna nella quotidianità, nei rapporti personali, che mai avrei anche solo immaginato qualche anno prima.

Un viaggio, semplice e non banale, partendo e tornando al Corpo: mai più fermato.